Se c’è una cosa che abbiamo imparato nell’esperienza con EcoSuMaia, è che la registrazione sul campo (field recording) non è solo una questione tecnica, ma un vero e proprio viaggio sensoriale nel paesaggio sonoro di un luogo. Lama dei Peligni, con il suo ecosistema ricco di biodiversità e i suoi paesaggi sonori , offre un ambiente straordinario per chi vuole catturare suoni immersivi della natura. In questo articolo, ti guideremo attraverso il processo che abbiamo seguito per organizzare e gestire le registrazioni sul campo, ottimizzato per un workflow più fluido ed efficace.
Prima di partire: organizzazione e preparazione
Prima di tutto, è essenziale avere chiaro cosa registrare e con quale attrezzatura. Per un progetto come EcoSuMaia, dove l’obiettivo è documentare il paesaggio sonoro in modo scientifico e artistico, consiglio di avere con sé:
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Registratore portatile di buona qualità (Zoom H5, Sound Devices MixPre, Tascam DR-100, ecc.)
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Microfoni omnidirezionali per catturare l’ambiente in modo naturale
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Parabola microfonica per isolare suoni specifici
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Treppiede e antivento per ridurre le interferenze
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Batterie extra e schede SD capienti
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Taccuino o app per annotare informazioni importanti
Impostare correttamente data e ora sul registratore è cruciale, così come organizzare in anticipo un sistema di denominazione dei file coerente.

Sul campo: registrare con metodo
Lama dei Peligni offre un’incredibile varietà di suoni: dal vento che attraversa le gole, al canto dei rapaci, fino ai corsi d’acqua che risuonano tra le rocce calcaree. Per evitare di perdere dettagli preziosi, seguiamo sempre alcune regole base:
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Premere REC! (Sembra scontato, ma capita di dimenticarlo…)
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Registrare un memo vocale prima di ogni sessione: descrivere il paesaggio sonoro, l’orientamento del microfono, la tecnica utilizzata e le condizioni atmosferiche.
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Annotare coordinate e dettagli su un taccuino o Google Maps, scattando anche foto per documentare la posizione.
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Utilizzare un timecode locale per facilitare la sincronizzazione dei dati in fase di editing.
Un consiglio? Non filtrare subito i suoni antropogenici (rumori umani): anche loro fanno parte del paesaggio sonoro!
Dopo la registrazione: backup e catalogazione
Una volta terminata la registrazione, la prima cosa da fare è eseguire un backup. Il metodo:
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Copiare i file dal registratore al mio hard disk principale in una cartella chiamata
1_FR_LamaPeligni_Originals
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Registrare i dettagli su un foglio di calcolo, includendo:
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Nome del file
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Data e ora
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Lunghezza della registrazione
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Coordinate GPS
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Specie principali catturate
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Livello sonoro (dB)
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Condizioni atmosferiche
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Eventuali annotazioni personali
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Selezionare ed eliminare subito le registrazioni inutilizzabili (troppo brevi o disturbate).

Editing e organizzazione su DAW
Per il montaggio, utilizziamo Logic Pro X come DAW principale e iZotope RX per l’analisi spettrografica. La strategia prevede:
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Organizzare i file in una timeline di 24 ore, rispettando l’ora originale di registrazione.
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Inserire marcatori e regioni per identificare specie animali o eventi sonori rilevanti.
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Evitare modifiche distruttive: ogni elaborazione viene fatta su una traccia duplicata.
Un piccolo trucco: usare un sistema di colori per distinguere i file originali (verde), quelli elaborati per pubblicazioni (giallo per Freesound, blu per SoundCloud, ecc.) e quelli destinati all’archivio di EcoSuMaia.